domenica 11 novembre 2007

La felicità

Cesare Marchi,deceduto da non moltissimi anni, era un arguto professore di italiano.
Insegnava, non ricordo se nelle scuole medie o superiori, appariva in televisione e ci ha lasciato in eredità vari libri che trattano appunto la sua materia.
Io ne posseggo alcuni e spesso mi sono rinfrescata la memoria quando seguivo i figli negli studi. Analisi logica, grammaticale, verbi, paradigmi, aggettivi,sostantivi, sinonimi.
Per quanto riguarda i sinonimi ricordo ancora il suo personale raggruppamento di quelli relativi alla felicità e di quelli dell'infelicità e diceva che la famiglia della felicità era veramente ridotta e ne faceva un elenco di poche righe, mentre quella dell'infelicità risultava sterminata e occupava una buona mezza pagina.
Ora io non voglio sembrare un'entusiasta, una sempre allegra, lo sono spesso, una sempre zumpappà, ma all'alba dei miei 65 anni desidero fare un elenco delle cose, sensazioni, che mi rendono contenta, felice, soddisfatta, appagata e non sono grandi cose ma le cose del vivere quotidiano. Forse basta saper cogliere questi momenti per essere felici?
La felicità è svegliarsi al mattino contenti di cominciare un'altra giornata e non volersi ficcare sotto la moquette per non affrontare la vita.
La felicità è vedere che il tuo gatto ti guarda con occhi adoranti anche se assonnati, specie se ti sei svegliata presto (cercando di scacciare il dubbio che ti veda a forma di crocchetta).
La felicità è sentire il telefono squillare alle 8 del mattino e sentire la voce di tuo figlio che ti augura il buon giorno anche se magari approfitta di una sosta liberatoria in bagno.
La felicita è quando tra le 8 e le 9 di sera tuo figlio ti telefona di nuovo perchè ,magari, durante la giornata non s'è fatto sentire neanche su messenger perchè era occupato. E vi ritrovate tutti e due col cordless incastonato tra l'orecchio e la spalla mentre lui carica la lavatrice e ti chiede consiglio o mentre ti chiede cosa farne dei petti di pollo ancora congelati. E il filo diretto tra te e lui non si spezza mai.
La felicità è quando tuo figlio ti telefofona perchè gli sembra che il tono della tua voce non sia brillante come al solito ed ha paura che tu ti senta un tantino infelice, e allora tu capisci che la distanza è veramente azzerata, che lui è sempre lì con te con il suo amore e tengo a dire che non è un mammone.
La felicità è avere una bella pila di libri da leggere e avere voglio di leggerli.
La felicità è avere un computer ed essere riuscita a capire come farlo funzionare mettendo in gioco tutte le tue cellule grigie e le tonsille dei tuoi figli, che ancora sanguinano, e che si sono sgolati per farti capire cosa devi fare. Non è semplice alla mia età (ma io ce l'ho da tre anni) capire queste nuove tecnologie, ma il trauma l'avevo avuto anche prima con la digitale. Ma l'ho superato!! Alcune volte penso a delle signore che hanno anche 10 anni meno di me e con sanno leggere i messaggi sul cellulare.

La felicità è l'appuntamento gioioso e festoso alle 8.30 del mattino o alle 6 di sera quando telefoni a tua figlia che con la sua vocetta allegra esclama "Mammuccia" e vi fate compagnia sin quando lei arriva al lavora o torna alla sera e vi fate il resoconto della giornata.
La felicità è sapere che tuo figlio ha una fidanzata carina, non guasta mai, in gamba, che è felice anzi che sono felici e innamorati cotti e sapere che lei ha una marcia in più del normale.
La felicità è sapere che tuo figlio vorrà educare i suoi bambini nello stesso modo in cui è stato educato lui.
La felicità è sapere che anche tua figlia e felice e vive con un ragazzo adorabile, serio, lavoratore, e sono innamorati come il primo giorno e che saranno ottimi genitori.
La felicità è sentire ridere tua figlia come una cretina e mentre guida (l'avranno presa per pazza) perchè ha capito che tu hai mangiato del pesce al "porno" anzichè al forno senza riuscire a smettere.
La felicità è rendersi conto che è passato un giorno senza essere assaliti dal furore al ricordo di una separazione che ti ha rovinata la vita per parecchio tempo , ma comunque si è conclusa in modo civile.
La felicità è sentirsi dire che io tratto gli amici dei miei figli come fossero miei figli.
La felicità è vestirsi bene per il proprio piacere.
La felicità è vestirsi bene senza vendere un rene per comprare quattro stracci.
La felicità è avere amici veri, pochi, a cui telefonare anche solo due volte all'anno, per sapere se stanno bene , se tutto va bene, amore, lavoro figli, salute e sentire la gioia nella loro voce quando sentono che sei tu.
La felicità è apprezzare veramente la salute, quando c'è e cercare di "amarsi" non rovinandosi l'esistenza per delle piccole cose.
La felicità è andare a cercare delle cose speciali per fare un regalo anche se non costoso, cercato con costanza, con amore, immaginando già la faccia stupita, commossa del destinatario del dono.
La felicità è mettersi a cucinare delle cose golose e preparate con cura per i miei cari o da regalare agli amici in occasione delle feste o semplicemente quando li si va trovare.
Credo che potrei continuare ancora per un pezzo ma credo che per ora basti.
Mi accontento di poco?
Non credo.

giovedì 1 novembre 2007

Gli ori dell'Afganistan


Dell'Afganistan conoscevo e conosco ancora molto poco.
Attualmente ci sono le notizie che quotidianamente ci sconvolgono su questa guerra infinita che dilania il paese, guerra sempre e comunque presente nel paese anche andando con la memoria a tempi lontani.
Quando ero in Turkmenistan qualcuno del mio gruppo ,indicando il paesaggio circostante mi disse :"Ecco a destra c'è l'Afganistan e a sinistra l'Iran" o viceversa. Montagne innocue e maestose che svettavano all'orizzonte.
Andando ancora più lontano con la memoria ricordo un burka di seta verde drappeggiato su un pianoforte a coda nella casa di campagna di un architetto che aveva spesso lavorato in quel paese e sempre comunque legato all'Istituto di Archeologia e uno studente afgano che frequentava l'Istituto.
Si chiamava Sciai Bay Mustamandi e tentava disperatamente di laurearsi presso la nostra Facoltà ma c'erano grosse difficoltà col greco e con il latino che allora erano le basi indispensabili per frequentare e comprendere le fonti che dissetavano coloro che avevano una cultura classica.
Ma si laureò e impalmò una sua collega di studi. Lo ricordo ancora: alto,elegante ,un pò scuro di carnagione e sapeva cucinare "le coq au vin" ( lo preparava per la sua "bella"). Partirono per il suo paese , scavarono, frequentarono la corte del re che donò loro due levieri afgani, poi lei ritornò con un sotterfugio in Italia con i levrieri e con le palle piene, di sicuro del marito e forse anche di altro.
Chi non ricorda lo strazio dei Budda di Bamian che si sbriciolavano in una nuvola nefasta di polvere?
Ma ora c'è la mostra che bisogna assolutamente andare ad ammirare.
Lasciate i fuochi accesi, interropete le lunghe telefonate, disdite gli appuntamenti, lasciate cadere i mestoli, togliete di corsa i bigodini: ci sono gli Ori dell'Afganistan che vi attendono
Per fortuna hanno prorogato la mostra fino alla fine di novembre e c'è il martedì con orari da consultare in cui la visita è gratis.
Ma per le vecchie carampane come me c'è la riduzione sul costo del biglietto.
Ma 8 (otto) miseri euros non devono frenare nessuno. E' bella, ben strutturata, con incredibili oggetti in oro, appunto, ma anche avori, e vetri di ispirazione romana che ho apprezzato molto per la loro sistemazione museale, sorretti da una sottile camicia di plexiglass e altri disposti in una bacheca situata una saletta solo a loro dedicata. Ma quello che ho apprezzato molto sono stati gli ingrandimenti fotografici di alcuni oggetti dei corredi funarari e la loro collocazione sulle vesti dei defunti.
E poi se non siete spilorci,se non spaventa il peso e se non piove, come è capitato a me, c'è il bellissimo catalogo. La prima volta che ci sono andata ho avuto un attacco di tirchiaggine, non volevo spendere 40 euro, la seconda ed ero ben intenzionata all'acquisto, pioveva , il catalogo era pesante e lo avrei dovuto trascinare tutto il giorno durante le mie scorribande in via Roma.
E ho rinunciato!!!!!
A proposito non sono riuscita a mettere nessuna foto. Sono un cane!!!!
Doverosa appendice:qualunque mostra si vada a vedere, con lo stesso biglietto si può visitare anche il Museo Archeologico. Sono esposti in modo ammirevole una quantità incredibile di reperti archeologici.
Ne vale veramente la pena!!!