lunedì 22 ottobre 2007

Mercatini,che passione!

Le mie incursioni nei mercati rionali sono incominciate circa 40 anni fà. Allora la mia compagna fedele e assatanata, quasi come me, era mia madre e posso assicurare che nei negozi di quasi ogni genere ci siamo andate veramente poco.
I prediletti erano i banchi dei blocchisti e credo proprio ne nessuno abbia dubbi sul significato di tale termine, e anche ora sono i migliori, quelli da frequentare con assiduità e con costanza.
Superata la frenesia dei primi tempi, si diventa più selettive e se non si trova quello che ci sta veramente bene e soprattutto sia conveniente nel prezzo si passa oltre e...... si aspetta.
C'è da dire che gli ambulanti si sono fatti furbi e spesso è meglio aspettare i saldi dei negozi, dove almeno si può provare ciò che ci interessa in un camerino, al caldo, con uno specchio invece di doversi inerpicare all'interno di un furgone, tra scatoloni di merce e attrezzi vari.
Può fino ad una certa età essere ancora divertente.
Consiglio di andare al mercato con una gonna perchè è molto più comoda quando si vogliono provare altre gonne o pantaloni, ma ho visto anche signore più o meno della mia età, a togliersi la camicetta, rimanere col body e, veramente coram populo, provarsi camicette o abiti incuranti degli sguardi degli astanti.
Consiglio di tenere d'occhio anche le boutiques che chiudono dove spesso ci sono dei carrellini su cui sono appese gonne di taglia piccola (vedi 42 o 44), o pantaloni, ma non si deve spendere più di 10 euro altrimenti non ne vale la pena e soprattutto può essere saggio approfittare delle occasioni anche se non se ne un bisogno immediato.
L'ultimo colpaccio l'ho messo a segno circa un mese fa. Oggetto una borsa Coccinelle. Richiesta 30 euro offerti e pagati 20. Qualche tempo fa ho acquistato due borsette della Roncato pagate complessivamente 38 euro e potrei continuare all'infinito. I miei figli ,quando erano piccoli, spesso avevano capi firmati e così ho continuato fino ad ora.
Con molta soddisfazione mia figlia condivide la mia passione per non parlare della ragazza di mio figlio e quando ci troviamo tutte e tre ci devono cacciare dal mercato a scudisciate!!

sabato 20 ottobre 2007

L'infanzia


Ho un'amica, una cara amica, che ha quasi la mia età e cioè 65 anni.
Ha un problema grosso e cioè sua madre, una madre che non l'ha mai amata nè quand'era piccola nè ora che sono anziane tutte e due. Una madre che lei segue quotidianamente , anche se è sistemata in una casa per anziani. Va da lei tutti i giorni, le porta i fiori, l'uva, quand'è stagione, non la sua che non le piace, ma quella acquistata al negozio, i cioccolatini, il gelato, la biancheria lavata e stirata.
Quando ha un malanno fa il diavolo a quattro fin quando non è visitata e curata a dovere, va a lamentarsi con le infermiere quando nota che qualcosa non è fatto a dovere, insomma le sta dietro con affetto, devozione, rubando tempo alla sua famiglia e a tutti gli impegni che si possono creare.
Da aggiungere che ha una sorellastra che brilla per la sua assenza ma che strappa un sorriso radioso alla vecchia madre quando si degna di andare quelle poche volte in un anno.
Ma per la mia amica questo sorriso non c'è mai, non c'è mai un piccolo grazie sussurrato, c'è sempre e solo un muso duro, una faccia arcigna. Mi ha detto sempre la mia amica: "Mia madre, non l'ho mai vista sorridere".
Però non si lamenta, solo qualche volta, quando il cuore è gonfio accenna a qualcosa, con gli occhi che le si riempiono di lacrime e per me è doloroso vederle apparire.
Da piccola, quando rimase orfana, venne affidata alla nonna e con lei rimase anche quando questa "madre" si risposò, dette alla luce un'altra bambina, e fin quando questa nonna morì.
Allora la riaccolse in casa, ma la mandò a 10 anni a fare la sguattera e la servetta in una casa di riposo che la ospitava anche per la notte.
Non so altro e ripeto che qualche volta le sfugge qualcosa, ma il suo dolore è grande, continuo e cesserà forse quando questa orribile, lucida e cattiva vecchia chiuderà gli occhi.
Spesso c'è mancanza di amore per questi bimbi indesiderati, considerati come un fardello, sentiti come un peso una palla al piede.
In Romagna, terra allegra, fantasiosa, passionale una donna rimasta incinta di un bambino indesiderato, lasciò un segno indelebile su quel bambino non voluto , lo registrò all'anagrafe col nome "An te vleva" cioè non ti volevo. Mancanza d'amore appunto e non oso pensare a che infanzia infelice quel bimbo, con quel nome, era destinato.
L'infanzia è il nostro giardino segreto pieno di profumi, di colori, di ricordi, che nessuno ci può togliere. Rimangono le sensazioni, le risate, i volti dei nostri genitori , i loro sguardi pieni di amore, le sgridate per delle marachelle, è insomma la nostra valigia che ci trasciniamo dietro per tutta la vita e che apriamo ogni tanto per ricordare e ricordare è bello quando è bello.
Quando ero piccola, e la mia famiglia era composta da solo 3 persone, (il mio adorato fratello è arrivato molto dopo), con i nonni adorati lontani in meridione, non c'erano problemi, papà e mamma si volevano bene e ne volevano a me e tanto, non c'erano litigi, ci si accontentava di poco, si era subito dopo la guerra,ma non ci mancava niente.
Ogni tanto qualche scappaccione, ero e sono molto vivace, e forse volevo più bene a mia madre, più indulgente, che a mio padre, ma ora che sono veramente grande e da un pezzo, ho rivalutato e di molto la figura di papà, persona pulita, onesta, grande lavoratore, dedito alla famiglia e senza grilli per la testa. Si lavorava molto, infatti mia madre faceva la sarta e lavorava in casa e anche io, piccolina, aiutavo a cucire e ricordo che la sera cucivamo tutti e tre ascoltando le commedie alla radio e quanto erano belle e avvincenti!
Regali pochi, c'era ancora la guerra alle spalle ma l'eredità più importante lasciatami da mio padre è consistita in un gran senso del dovere,in grande amore per lo studio e in grande affetto
A proposito quei bimbi nella foto sono i miei.
Sembrano molto felici e, per fortuna, credo proprio che anche ora abbiano la stessa espressione, anche se sono passati veramente tanti anni.
Ringrazio il cielo e la terra per la mia fortuna.

mercoledì 17 ottobre 2007

Maledette castagne.it

Ottobre,mese per me fatale.
Cadono un di capelli, per fortuna ne ho tanti, compio gli anni e cadono le castagne.
Potrebbe importarmene poco a parte il fastidio di rastrellare i ricci che riempiono la mia stradina privata e, in quanto tale, se non faccio qualcosa io o quelli di casa ( vedi mio marito quando c'è, o mio figlio quando la vergogna lo sovrasta) rimane così ingombra di ricci o foglie a seconda delle stagioni.
Potrei anche ignorare le castagne che saltano fuori dai ricci, ammiccano, mi chiamano, mi invocano per essere raccolte, poi arrivano gli appelli degli amici di Simone,mio figlio, del tenore: "tua madre fa la marmellata?" E quindi comincia la frenesia della raccolta.
Mi dico: non più di mezz'ora, per volta, però!
Ma le volte sono state almeno sei o sette, mi sono rovinata le mani per tirare fuori le maledette dai ricci, anche se uscendo di casa mi ero ripromessa di raccogliere solo quelle già per terra, ma quelle più grosse dovevano essere conquistate a duro prezzo, con le spine che a volte mi foravano addirittura le scarpe.
Tornata a casa, pesata del bottino, controllata alle ferite di guerra, sperando che le spine dei ricci fossero ben visibili onde poterle estrarre subito ed evitare un'infezione e poi messa a mollo delle castagne in vaschette con cambio dell'acqua giornaliero.
Finalmente cottura delle stesse, 40 minuti in pentola a pressione, sbucciatura delle maledette ancora ben calde (così si sbucciano meglio, ed io mi ustiono che è un piacere!), quindi sposalizio con lo zucchero, cottura ed imbarattolamento.
Ultimo momento di goduria da parte di chi la riceve la degustazione con UN cucchiaino per volta un giorno si e uno no, e se se vuole mangiare di più che rilegga questo post!!!!!!

lunedì 1 ottobre 2007

Noriaki, il mio certosino (piccola ma doverosa appendice)

Per quei quattro o cinque lettori che non lo sapessero, l'iniziale del nome degli animali di razza indica l'anno di nascita.

Luna, la madre di Noriaki, Nimrod e degli altri tre fratellini, infatti è nata nel 2001, i suoi cuccioli nel 2003 .

Nel 2001 l'iniziale era la L nel 2003 la N.
Ho qui davanti a me il documento che elenca il nome degli antenati di questi gatti e giusto per stupire un pò circa la fantasia con cui li hanno chiamati voglio fare un piccolo elenco.
I nonni di Noriaki si chiamavano rispettivamente EGON DEL MAGICO RE ed EDELWAISS, i bisnonni HUGO DE BEAUTY BLU e WENDY.

Quasi mi vergogno un pò pensando che il mio bisnonno si chiamava Saverio e la bisnonna Rosa.
Comunque Ninì è veramente un tesoro, forse mi ripeto.
Ha un buon carattere e, anche se lasciato solo per un giorno non si vendica, non fa dispetti, credo che mangi anche poco e non faccia neanche la sua cacchina.
Certo non è molto affettuoso, ma anche gli umani sono così, io sbaciucchierei anche gli stipiti delle porte, lui si strofina un pò quando vuole una carezzina.
E' timido, infatti quando arriva qualcuno batte in ritirata, ma è anche curioso e dopo un pò arriva per esplorare l'ambiente e il visitatore.

Concludo questa piccola ma doverosa appendice, aggiungendo che gli animali che ci fanno compagnia danno pìù di quanto non ricevono infatti la loro presenza riempie il cuore delle persone anziane e sole, ma anche di quelle giovani e di tutti coloro che li amano .
Sono un impegno però e non da poco. Non mi riferisco solo al fatto che devono essere nutriti, puliti ,curati, vaccinati , devono essere sempre amati anche quando rappresentano un problema.
Mi riferisco a quando ci si deve assentare per lavoro o per FERIE. In quel caso ci si deve proprio organizzare e se si spendono centinaia di euro per andare in vacanza , bisogna metterne da parte un pò di più per un asilo presso centri organizzati che saranno cari ma non inaccessibili.
Io sono andata in Sardegna per una settimana e abitando in un luogo isolato non mi era possibile trovare qualcuno che potesse venire a nutrire il gattino.
Ai miei figli non piaceva l'idea di metterlo in un centro apposito, servito e riverito ma in una gabbietta che ci era sembrata veramente angusta.
La soluzione me l'ha fornita Valentina, che ringrazio ancora, e che aggiungendo altri 40 km. a quelli che fa ogni giorno è venuta a casa per rifocillare il gatto. Non solo ma ha passato un week end col suo fidanzato qui a casa mia.

Morale eravamo tutti contenti, la soluzione trovata con un pò di buona volontà, rispetto e amore per la creaturina di casa la quale non aveva certo chiesto di venire qui.