domenica 30 settembre 2007

Noriaki Il mio certosino



Ho cercato su internet per trovare il significato di
questo nome e non ho trovato nulla a differenza di suo fratello che si chiama Nimrod ed è riferito ad un personaggio biblico che ne ha fatte di cotte e di crude per poi finire ammazzato da Esaù, ma se qualcuno non si fida vada a verificare.
Comunque appena l'ho visto e diventato Ninì, santo per giunta!
Come si può vedere è di una bellezza travolgente con questi occhi arancione che conquistano immediatamente!
La nostra convivenza è inizia circa 4 anni fa quando mio fratello stufo di vederlo maltrattare dasua madre, Luna e da Nimrod, previa castrazione, l'ha parcheggiato con armi e bagagli da mia madre a Torino.
Io avevo fatto un pensierino circa la convivenza con un gatto ed in momento di debolezza mi sono fatta convincere. Sono andata a raccattarlo a Torino e credo che si sia espresso vocalmente per tutto il viaggio, visto che lo fa anche per percorsi più brevi. Ovviamente appena arrivato nella nuova casa si è dedicato ad una scrupolosa perlustrazione, ma quello che più lo ha attirato è stato il lavello della cucina e, nonostante avesse una capiente lettiera, ha depositato nel lavandino e per tre giorni consecutivi i suoi preziosi escrementi.
Devo dire che sono stata tentata di rimandarlo indietro da dove era venuto, ma poi con strategie varie,come ad esempio mettere qualcosa nelle vaschette, sono riuscita ad evitare che l'increscioso e poco igienico evento si ripetesse.Poi ho scoperto che non tollerava porte chiuse, specialmente quando andavo in bagno.
In effetti lo sentivo grattare con vigore e sembrava che dovesse scardinare la porta, ma non era su quella che manifestva il suo disappunto, ma sul mobile antico di fianco alla porta.
Devo dire che per parecchio tempo ho girato per casa con il resturo legno medio e scuro cercando di mascherare i suoi danni.
Per fortuna mia figlia mi ha regalato un complesso tiragraffi e così ha smesso di farsi le unghie sui mobili, sugli stipiti delle porte e ha smesso anche di sollevare la moquette.
Ninì ha veramente un carattere d'oro è dolce, affettuoso, a modo suo però! Quando vuole le coccole mi viene vicino e con la zampina mi tocca la gonna segue breve strofinatina sulla testa, ma se la coccola non è stata sufficiente i toccamenti si ripetuono più volte. A volte lo prendo in braccio e lui attende pazientemente che io abbia finito di strofinarlo , poi fa un balzo e se ne va.
In bagno ci andiamo sempre insieme, ho imparato la lezione!, a dormire viene sempre sul lettone e si incunea dietro l'incavo delle mie gambe. Adesso che fa freddo fa anche piacere!
A volte però facciamo letti separati e si ispira volta per volta: una poltrona, il letto di mio figlio, ma di preferenza dorme con me e certe volte cerca di occupare il posto centrale e cioè quello dovrei dormire io e allora non ho timori : quel piccolo boiler da 6 chili deve proprio sloggiare!

giovedì 20 settembre 2007

Beyrouth (parte sesta)

Scrivo quest'ultimo post relativo alla mia avventura vissuta a Beyrouth e sull'onda emotiva scatenata dall'ultimo attentato. E voglio allegare alcune foto scattate durante una bella serata tranquilla quando, ospite della mia archeologa, di suo marito e del loro bimbetto mi è stato concesso ammirare le vie del centro ricostruite dopo gli ultimi eventi bellici e che sicuramente ora saranno ridotti a cumuli di macerie, come del resto è avvenuto in gran parte della città.

Allora la vita era tranquilla, si poteva circolare liberamente, c'erano i Babbi Natale per le strade, le ragazze giravano con i pantaloni con la vita bassa e tutto sembrava potesse continuare così. Sapevo però che esisteva questa sudditanza di Beyrouth nei confronti della Siria e che se al governo dovevano prendere decisioni, partivano per Damasco. Non credo fosse un segreto per nessuno e i fatti hanno e stanno dimostrando ampiamente quanto a me detto e che qui sto riportando. Mi sono chiesta in questi anni quanto potesse bassa la qualità di vita di coloro che quotidianamente affrontano il problema di "vivere" nel senso letterale dalla parola, il sapere se uscendo di casa per andare a lavorare o per andare a fare semplicemente la spesa hanno qualche probabilità di riuscire a salvare la pelle! Probabilmente le persone più abbienti sono riuscite ad andarsene all'estero ma credo che questa sia un'esigua minoranza.

Cosa ne sarà stato di Bilal, l'autista, che oltre al suo lavoro desiderava trovare moglie, e di Abu Mohammed e di suo figlio che lavoravano per poco più di un pezzo di pane e tutti gli altri come loro che non riescono a vedere la fine di queste guerre, di questi attentati e di tutti questi orrori.
Il mio pensiero va ogni giorno a Bagdad che non era già un granchè nel 2002 ad esclusione delle zone ricche ed opulente. Il mio pensiero va a Ghiliana il nostro cuoco che aveva 70 anni e a sua moglie Mariam e alla figlia che faceva le pulizie nell'Istituto Italo-Iraqueno, alle ragazze del Museo che vedevamo ogni giorno e ai venditori dei suq del rame e delle spezie dove amavo andare ogni tanto.
Come faranno a vivere a sopravvivere? Non riesco a scrivere altro e tantomeno amenità, altro che pensare ai regali di Natale e stupidaggini varie!
E non lamentiamoci mai più!

Il Natale non è lontano (istruzioni per l'uso e sciocchezzuole varie)

Il ricordo delle corse agli acquisti, forti della tredicesima che ci ha fatto nitrire di gioia, l'incertezza se acquistare questo o quello o quell'altro ancora, i dubbi amletici che ci dilaniano: l'avrà già, andrà bene come misura, oppure cosa diavolo regalo quest'anno, sembra un ricordo lontano. Come pure sembrano lontane anni luce le abbuffate, il trascinarsi stanchi eppur sempre vogliosi da un pranzo all'atro quando ormai i glutei toccano terra e se si dovesse prendere l'aero col culone che ci è venuto pagheremmo l'extrabagaglio o quando delle graziose maniglie dell'amore si sono trasformate in maniglioni antipanico. Tutto ciò è ormai obliato ma...... fra un l'angoscia degli acquisti comincerà ad attanagliarci, a farci perdere il sonno e a nulla varranno propositi del tipo: quest'anno spenderò meno!

Quando ero giovane e i miei figli erano piccoli, avevo scovato un grosso negozio ,prima situato a Torino in V. Biancamano, poi trasferitosi in Corso Matteotti ingrandendosi, dove, senza vendere un rene, riuscivo ad acquistare giochi per i miei figli e per quelli dei miei amici e qualcosa anche per i grandi , la scelta era vasta e i prezzi convenienti.

Sono passati tanti anni da allora e voglio sfidare chiunque ad acquistare qualcosa per i bimbi di oggi e per i loro preziosi genitori, nonchè amici ed affini a trovare qualcosa di azzeccato che non ti spinga ad affidarti ad una finanziaria rapace.
Io, nel mio piccolo ho trovato il sistema, richiede un di buona volontà ma credo che funzioni.
Intanto ai piccoli ,se di famiglia o ai figli grandi ,esaurito il filone dei regali utili per la casa, va bene una leggiadra busta contenente del contante, se consegnata a mano. Lascerei perdere l'assegno così lo potranno spendere (sempre il contante) immediatamente senza aspettare di fare il versamento in banca. Io aggiungo anche una cosa carina ma non dispendiosa perchè la busta pur leggiadra mi sembra triste e solitaria. A tutti gli altri familiari, esaurito il filone delle collane ( mia madre ne ha ormai 53), dei libri che sono pur sempre graditi, ma se leggono molto c'è il rischio che lo abbiano già, dei CD costosi ma sentiti una volta...... EBBENE ECCO LA MIA TROVATA!!!!!!
Regalare cesti ripieni di cose da mangiare.

Fanno sempre piacere, durano abbastanza a lungo se l'ingordigia e la golosità non la fanno da padrone, sono belli da vedere, meravigliosi da confezionare e fanno sentire maggiormente l'affetto di chi li regala!

Intanto l'operazione regalo mangereccio comincia ,quando si può o se ne ha l'occasione, con l'acquisto nei mercatini o dove possibile dei cestini piccoli, medi, grandi , segue poi la scelta di barattoli di vetro di varie misure, per le marmellate vanno bene quelli da 400 grammi e per le salse o i chutneys che accompagnano i formaggi o le selvaggine o carni arrosto ovviamente quelli più piccoli tipo quelli che si acquistano per il pesto. Se la passione per queste preparazioni è grande ma non si è forniti di adeguata documentazione cartacea internet è una miniera inesauribile di ricette ed informazioni.
Io ho cominciato con la marmellata di cipolle rosse di Tropea, quella di melanzane, i chutney di mele e pomodori ecc. L'ultima nata è stata quella di peperoni rossi e peperoni gialli, una per colore e fino a Natale non so cosa combinerò.

Un ultimo consiglio: se volete andare sul sicuro fate assaggiare queste preparazioni da cavie ,scelte specialmente in famiglia che oltre ai nitriti di gioia sappiano anche criticare i vostri esperimenti.

A presto!!!!!

lunedì 17 settembre 2007

Caro Dott.Augias, rispettosamente.......

Sent: Wednesday, September 12, 2007 4:52 PM
Subject: Grazie!!!!!

Gentilissimo dott. Augias

Con sommo diletto sto leggendo i Segreti di Londra dopo aver letto tutti gli altri “Segreti” e desidero ringraziarla per le belle ore che ha regalato a me e a tutti gli altri estimatori delle sue opere.

Mi sono sentita arricchita per tutte le cose che ho letto e le assicuro che sono rimasta sconvolta per la profondità abissale della mia ignoranza.

Mi sono anche chiesta: ma quanto lavoro di ricerca avrà fatto l’autore per scrivere questi libri? Non sono opere di fantasia e comunque anche per quelle è necessaria una adeguata documentazione.

Mi piace il suo stile, la capacità di coinvolgere il lettore, l’uso del linguaggio, l’arguzia, l’ironia e un sacco di altre cose , insomma TUTTO!!!!!

E vorrei anche pregarla di accogliere una mia supplica : quante altre città celano dei segreti non so ad esempio Mosca, Berlino, Bagdad ? per favore si sbizzarrisca e non mi faccia attendere troppo per continuare a nutrire le mie piccole ,povere cellule grigie.

Devo confessarle che avevo in mente di scriverle chissà quante belle cose profonde, intelligenti e mi sembra di essere al pari del sarto del Manzoni che aveva in mente chissà quali discorsi da fare al cardinale e se uscì con un “Si figuri”! E mi meraviglio di me stessa che sono una gran chiacchierona anche quando scrivo e concludo con un enorme Grazie.

A presto……. In libreria e comunque anche in televisione

Grazia Perrone

Ecco qui , a richiesta, ho pubblicato la lettera che sfacciatamente ho scritto ad Augias.

Non gli ho detto che è un piacere vederlo in televisione, che ha un bell'aspetto elegante, fascinoso, che comunica un grande senso di dignità, insomma, molto rispettosamente mi piace...... ma ciò che più ho apprezzato è che un intellettuale così impegnato e probabilmente con pochissimo tempo libero abbia trovato il tempo, e ...... la voglia di rispondermi anche se brevemente. Questione di educazione?

Ed ora segue la sua risposta : è breve ma mi ha fatto un grande piacere

Data: 13/09/2007 19.23.19
Oggetto: Re: Grazie!!!!!




grazie grazia
molto cordialmente, Corrado Augias

domenica 16 settembre 2007

Cucinare ,che passione!




Ho appena sfornato due crostate e in più,con gli avanzi della pasta frolla una certa quantità di biscotti. Siccome sono un tipo pratico e mi ero già un pò stufata ,i suddetti biscotti hanno forma di losanghe ritagliate con la "sprunella" come si dice in Romagna più conosciuta come rotella dentellata. Ma non sono sempre stata così brava e veloce, sono ,ora, apprezzata come una buona cuoca, ma quando mi sono sposata non sapevo neanche come si cuocevano le patate. Mangiare sì mi piaceva e apprezzavo molto la cucina semplice ma sostanziosa di mia madre che ancora oggi a 83 anni cucina bene e con fantasia in pura tradizione pugliese. Dopo i primi tempi gravidi di incertezze, di cazzate varie, come quella di mettere sul gas una pirofila da forno senza la retina di protezione, col risultato che la pancetta contenuta ,e che doveva servire per una carbonara, si spargeva per terra con i frammenti del contenitore tra le risate sganasciate dei mei ospiti, dico di errori così non ne fatti ma probabilmente altri sì ma non così eclatanti.
Allora non c'erano tante riviste di cucina come ora e alla televisione nessuno ti insegnava a fare un pranzo di 15 portate in 20 minuti! C'erano il testi sacri come l'Artusi, che nemmeno conoscevo e poche riviste tra le quali fondamentale era la Cucina Italiana che non era neanche tanto bella come ora ; parecchie foto erano in bianco e nero e la qualità delle stesse era piuttosto scadente, ma insegnava a fare e sempre nel modo giusto.
La cucina è fatta di tempi e di misure! Ci vuole manualità , fantasia, volontà e, all'inizio, poche ma solide nozioni base.
Io poi ho un amichetto che amo molto, poco ingombrante a volte un pò rumoroso, instancabile e bisognoso di poche attenzioni. So che anche lui mi ama di un amore sincero e disinteressato, compagno affiatato, sempre disponibile e aperto a mille avventure gastronomiche e mille scorribande nei vari continenti alla ricerca di sempre nuove emozioni.. Quando mi lascerà lo piangerò a lungo e andrò, mentre lo sto ancora piangendo, e al galoppo e nitrendo a trovare un sostituto magari più bello , più giovane ma possibilmente con le sue caratteristiche "somatiche".
Sto parlando dell'UK40 della Braun.......ma che cosa avete mai pensato?

sabato 15 settembre 2007

Caro PC

Il computer è entrato in casa nostra circa 16 anni fa, quando i miei figli , frequentando il liceo,probabilmente per uso didattico ne hanno sentito il bisogno. In principio e anche per lungo tempo ho creduto che il monitor fosse il pc ,forse anche perchè non avevo compreso l'importanza e l'utilità di quel parallelepipedo bianco celato sotto il tavolo. L'ho guardato a lungo con disinteresse, forse anche con sospetto, non comprendendo appieno la sua utilità.
Ho cominciato a emettere gridolini di stupore quando ho scoperto l'uso delle e mail e quando FIGLIADORATA detta anche Valentina scriveva un pezzo per l'Eco del Chisone cui entusiasticamente collaborava, e con un clic, e questo per me è stato il massimo, spediva attraverso" l'etere "il suo pezzo. Lo raccontavo alle mie amiche che spalancavano educatamente gli occhi ma non capivano nulla. Ricordo ancora quando Vale mi diceva che Google era un motore di ricerca, e non capendo la cosa, non interessandomi un ette di tutto ciò, la guardavo smanettare sulla tastiera con lo sguardo fisso, quello che assume il mio gatto quando va nella lettiera e con la stessa espressione persa nel vuoto fa pipì.
Poi è apparso il portatile di Simone l'altro FIGLIOADORATO, grosso , pesante quanto un macigno e col quale ne faceva di tutti i colori, smanettando come un dannato. Io lo ammiravo , stupita ma finiva lì.
Finalmente 3 anni c'è stata un'offerta interessante da Unieuro, mi sono fatta accompagnare prima da Vale affinchè valutasse la bontà dell'oggetto, poi anche da Simone. Alla fine l'ho acquistato, ho fatto un finanziamento e l'ho portato a casa.
E lì è rimasto per un bel nella sua bella borsa.
Devo dire che ho avuto lezioni pazienti da mia figlia ,a volte con accenti accorati per la mia inettitudine, vibrate e incazzate da parte di Simone che ad un certo punto esibendo le tonsille infiammate dal lungo strillarmi mi ha suggerito un ringhioso "VENDILO!!!!!"
Poi pian piano ho cominciato a capire, ma soprattutto a ragionare, ad inviare mail a fare il copia-incolla, a navigare su internet, ho A L IC E !!!!! tutto il giorno e l'aggeggio chiamato WIFI per non avere quel maledetto filo che attraversava la stanza e mi costringeva a fare un salto a forbice ogni volta che dovevo passare di lì e capitava in continuazione.
Poi a dire il vero potevo fare a meno di andare in palestra! Che figata, ragazzi anche tre pc collegati ad internet, o come dice mia madre (83 anni) ad indesit, contemporaneamente.
E le ricette che mi sono scaricate, e le cartelle che ho creato e tutte le volte che mi imbattevo in un termine strano andavo su Google e TAC sapevo tutto. Se compravo al supermercato per esempio "i peperoni" digitavo marmellata di peperoni ed orizzonti gastronomici incredibili si spalancavano davanti ai miei occhi increduli.
E le volte che mi dicevo "sto giusto mezz'ora al pc" e mi alzavo dalla sedia 3 ore dopo e solo perchè mi faceva male il sedere? E le migliaia di foto degli albums di famiglia che ho scannerizzato ( una mattina sono andata avanti per 6 ore!), e poi la figata di avere l'accoppiata digitale- pc , fare foto a manetta , scaricarle , sparpagliarle quà e là rinominarle con nomi sbagliati , rinominarle cristonando come una dannata, Ora ho anche Incredimail , giusto ieri sera l'ho installato e vi giuro sono andata fuori, in delirio completo , e poi ho mandato una e mail ad Augias il quale mi ha anche risposto : ho fatto capriole quasi tutta la sera. Sono matta? ma io ho 65 anni e ne vedrete ancora delle belle!

mercoledì 12 settembre 2007

Beyrouth (parte quinta)



Finalmente era arrivato il momento di entrare nel vivo del lavoro vero e proprio. Il tempo stava passando ed avevo a disposizione due settimane per concludere le riprese, anche se probabilmente sarei riuscita a spostare la data del mio rientro, nel caso fosse stato necessario.
Per me gli inizi sono sempre un pò difficoltosi, anche perchè spesso non ho la percezione delle difficoltà che anche se minime possono far rallentare il lavoro o bloccarlo per qualche ora.
Il fatto di avere la luce nel capannone però non allungava di certo il numero di ore lavorative, perchè verso le 15 o le 16, non ricordo, il parco archeologico chiudeva e così anche noi dovevamo uscire.
La mia giornata era così articolata : sveglia quando capitava alle 5 o alle 6 , raramente più tardi perchè purtroppo dormo poco, ed arrivare all'ora in cui si doveva scendere per colazione voleva dire trovare qualcosa da fare oltre a prepararmi per il lavoro : certo non ci vuole una vita per infilare un paio di pantaloni ed indossare un golfino ( per fortuna pur essendo a metà dicembre il tempo era passabilmente caldo) e mettere in borsa la Canon e anche la Nikon. Il borsone grande contenente il cavalletto le lampade e accessori vari era rimasto a Saida e quindi era una cosa in meno da trascinare. Finalmente arrivava il momento di andare a fare colazione e devo dire che dal punto di vista gastronomico era il momento più gratificante della giornata. Oltre al caffè, latte , brioches e certi deliziosi plum-cake , c'era anche frutta fresca in coppe su un letto di cubetti ghiaccio, pomodori ,cipolle crude (non penserete che le abbia prese!), e in contenitori costantemente riscaldati dei legumi che potevano essere fagioli o fave. Credo di essere un tipo pratico ed un pensiero mi aveva trafitto: ma io a pranzo cosa mai potrò mangiare? a colazione non mi posso certamente ingozzare come un cinghiale, perchè più di tanto non riesco a mangiare ma dopo qualche ora un pò di famuzza mi viene e pensando a dove dovevo andare a lavorare e quanto distante fosse il paese pensavo sarebbe stato difficile trovare una soluzione, ma IO la trovai .
Per fortuna ero la prima ad arrivare e così senza sapere nè leggere, nè scrivere, facevo scivolare in borsa qualcosa vuoi una brioche , un pezzo di torta, qualche formaggino e vai!!!!! Alle 8 Bilal, l'autista in camicia e cravatta ( la cravatta era obbligatoria per la sua compagnia di taxi), mi raccattava davanti all'albergo e dopo 35 minuti mi depositava nel parco archeologico dove, ad attendermi c'erano già i miei aiutanti. La nostra diventò subito una vera catena di lavorazione: Abu Mohammad predeva una cassetta più o meno pesante che conteneva i pezzi architettonici ancora sporchi della terra di scavo,seguiva la spazzolatura, la ricerca sul pezzo del numero d'inventario, operazione non sempre facile in quanto alcune volte non era leggibile, la ricerca del corrispondente numero sulla lista che mi aveva dato Cristiana , posizionatura sul tavolo delle riprese, collocazione del metrino su cui avevo fatto aderire il numero che avevamo individuato nella lista, piazzamento delle luci e quindi uno, due o più scatti a seconda della complessità delle decorazioni, modanature, fregi e quant'altro.
L'archeologo deve avere a disposizione tutti gli elementi importanti che caratterizzano l'oggetto, l'illuminazione deve mettere in evidenza le modanature, come in questo caso , o se si tratta di terrecotte o di monete deve vedere anche quello che non sempre è "leggibile" e che una luce orientata in modo particolare rende possibile.
Senza contare il fatto che le mie foto sono spesso l'unica documentazione che ha del reperto, specialmente quando lo studio viene fatto a distanza dal luogo di conservezione dell'oggetto o quando lo stesso non è più facilmente reperibile.
Spesso anche quando gli oggetti erano spazzolati erano ancora talmente pieni di polvere che dovevo pulirmi le mani prima di toccare le macchine fotografiche.
Erano veramente bravi i miei aiutanti , bravi, gentili, pronti, intelligenti, adorabili. Ogni volta che mi porgevano qualcosa li ringraziavo con un "grazie" in italiano e sono sicura che mi capissero.
Il giovane Mohammed poi mi seguiva con particolare attenzione: quando dicevo "kadima" cioè vecchia sapeva che doveva andare nella borsa che conteneva la Nikon e portarmela anche perchè la "gidida" era la piccola Canon.
Quando l'oggetto da fotografare era particolarmente pesante e non volevo spostarlo anche perchè avevamo avuto problemi di posizionameto ,mi spostavo io col cavalletto , lo chiamavo e gli facevo vedere nel display dove doveva andarsi a piazzare con lo sfondo. Capiva subito tutto ed intanto pensavo che un ragazzo così in gamba probabilmente non aveva studiato nè avrebbe avuto la possibilità di farlo.
Ogni tanto interrompevo per fumare una sigaretta che offrivo anche ad Abu Mohammed, che gradiva molto , forse erano Marlboro e diceva che certe sigarette che fumava erano talmente pestilenziali che facevano cadere "matar" la pioggia.
Anche il problema pranzo fu risolto abbastanza in fretta , dopo uno o due giorni che ognuno si appartava per mangiare un boccone, alla fine consumavamo il pranzo insieme scambiadoci le nostre scorte.
Io davo a Mohammed i dolcetti , i formaggini, quello che avevo, insomma, e loro mi davano del pane arabo arrotolato che conteneva una specie di cosa zuccherina con fichi secchi che non era poi così malvagia. Poi ,inesorabile, arrivava il guardiano del parco e alè due o tre bicchieri di tisana, ma anche lì avevo risolto il problema della toielette, infatti avevo notato che a dispetto del fatto che dietro al capannone corresse una strada su cui transitavano in continuazione dei camions, contro in muro di contenimento era posizionati due grossi container ed io alla bisogna mi incastonavo come una gemma tra uno e l'altro. la prima foto è relativa al capannone dove lavoravo, la seconda rappresenta Mohammed.